La fattura elettronica parte all’attacco del lavoro nero

GdF e Agenzia monitorano la somministrazione illecita di manodopera L’incrocio con l’esterometro servirà per far emergere i falsi esportatori abituali

I dati della fattura elettronica anche per il contrasto al lavoro nero. Sotto osservazione  di  agenzia  delle  Entrate  e Guardia di Finanza il fenomeno delle cooperative lavoro che in realtà funzionano da vere e proprie cartiere, come    emerso nell’ultima riunione del tavolo sull’e-fattura a cui hanno partecipato rappresentanti dell’amministrazione finanziaria, delle istituzioni e parlamentari. L’analisi delle informazioni pervenute allo Sdi consente, infatti, di approfondire quelle situazioni con presenza di elementi di rischio. È il caso  dell’elevato  numero  di  dipendenti,  di ingenti debiti tributari non versati o portati in compensazione. La cartiera, in questo particolare schema frodatorio,    fattura prestazioni di somministrazione di manodopera - o direttamente al committente o tramite consorzi - ad attività in settore ad alta intensità di manodopera.

Il sistema fraudolento

Qualche esempio in tal senso è rappresentato da call center, logistica o pulizie. Risalendo la corrente attraverso le      fatture elettroniche inviate allo Sdi (si viaggia sul miliardo nel primo semestre 2019) si arriva all’impresa committente   che “acquista” prestazioni dalla cartiera e massimizza il vantaggio fiscale e contributivo illecito. Infatti, la committente può portare in detrazione l’Iva fatturata dalla cartiera, non versa gli oneri contributivi e deduce i costi per i servizi dalla base imponibile Irap. In un simile schema, quindi, compaiono e scompaiono prestazioni di lavoro che quindi finiscono nell’area del nero, senza tutele né in termini di sicurezza né in termini di coperture contributive. Così  la  fattura  elettronica allarga il suo raggio d’azione e può portare a individuare anche casi di somministrazione illecita.

Ma non è l’unico esempio portato durante il tavolo sulla fattura elettronica. Come fa notare Raffaele Trano, capogruppo M5S in commissione Finanze alla Camera che ha partecipato ai lavori, l’incrocio delle informazioni arrivate al Sistema   di interscambio con quelle delle liquidazioni periodiche Iva, delle dichiarazioni annuali e dei modelli F24 consente di distinguere i contribuenti inadempienti dalle partite Iva inattive. O ancora, l’incrocio tra i dati fattura e quelli dell’esterometro servirà a “stanare” gli esportatori abituali fittizi che sfruttano senza averne diritto le agevolazioni Iva e per i quali, comunque, la conversione del decreto crescita punta a introdurre nuovi meccanismi di contrasto (si veda l’articolo a lato).

Scontrini e ricevute

Un’altra ondata di informazioni è in arrivo con la trasmissione telematica di scontrini e ricevute che, oltre a permettere  una visione completa dell’attività economica dei contribuenti, fornirà dettagli anche sulle transazioni con consumatori finali (B2C): uno dei punti su cui c’è ancora una zona grigia in termini di compliance. Proprio dell’effetto “deterrente” finora avuto dalla fattura elettronica parla Trano che punta molto sui big data a disposizione del fisco. Un effetto lungo  due direttrici: «Percezione immediata per il contribuente che l’amministrazione finanziaria acquisisce in tempo reale la fattura attestante la transazione eseguita. Il contribuente, conscio di questo  “spesometro  giornaliero”,  è  meno  incentivato a commettere frodi. La seconda direttrice verte sulla consapevolezza della possibilità di migliorare capacità    di analisi per l’individuazione tempestiva di situazioni anomale». Anche per monitorarne gli effetti, l’amministrazione finanziaria punta a mettere a confronto i versamenti Iva con i principali indicatori macroeconomici per verificare la presenza di un extragettito.

Compliance ma anche controlli. «L’utilizzo dell’analisi di rischio, indicata da diversi fattori, quali anomalo volume d’affari, rilevante entità debiti, inconsistenza patrimoniale - sottolinea ancora Trano - metterà in  un  contenitore  i  soggetti a rischio per essere monitorati costantemente per poi far partire controlli mirati su presunti frodi in atto».

Fonte : Il sole 24 ore