Addio alla Cassa Integrazione Covid per tutti

Gualtieri ribadisce lo stop alla cassa Covid dal 2021 se non per settori mirati: dati INPS di agosto, calo delle ore di CIG rispetto a luglio.

I nuovi dati INPS sull’utilizzo della cassa integrazione Covid mostrano un arresto della curva fra luglio e agosto, con un minore ricorso aella CIG, che comunque resta a livelli molto alti (imparagonabili agli stessi mesi 2019 e in generale al periodo pre Coronavirus).

Il Governo riproporrà ammortizzatori più mirati rispetto a quelli fin qui previsti. Prevedibilmente inseriti nella manovra 2020 oppure in provvedimenti specifici nel prossimo autunno. Mentre, in vista, c’è una riforma degli ammortizzatori vera e propria, annunciata a più riprese dal ministero del Lavoro, Nunzia Catalfo e inserita fra gli interventi del Recovery Plan italiano, le cui linee guida sono state inviate dal Governo al Parlamento.

Per quanto riguarda i prossimi provvedimenti, è il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri a ribadire che nel 2021 non ci sarà una « cassa integrazione generalizzata e gratuita per tutti, già ora la stiamo superando. Ci sarà la cassa “standard” e qualche elemento specifico per sostenere i settori più in difficoltà».

Tradotto: le imprese potranno continuare a usare i normali ammortizzatori sociali (la CIG 2020 con causale Covid non ha intaccato i massimali previsti) e ci saranno eventualmente interventi a sostegno di settori particolarmente colpiti dalla crisi economica determinata dal Coronavirus.

La cassa Covid, lo ricordiamo, è prevista dal Decreto Agosto fino alla fine del 2020: ci sono altre 18 settimane, utilizzabili dallo scorso 13 luglio, in aggiunta alle 18 precedentemente previste dal Cura Italia e dal Decreto Rilancio. E’ previsto un meccanismo di domanda 9+9, con un contributo addizionale legato al fatturato per le imprese che chiedono le ultime nove settimane e hanno subito riduzioni dei ricavi inferiori al 20% per l’emergenza Covid. E c’è un meccanismo premiale, con un esonero contributivo per le imprese che, avendo utilizzato le cassa integrazione da maggio a metà luglio, non chiedono le ulteriori settimane. Infine, il divieto di licenziamento è a sua volta legato all’utilizzo della nuova CIG Covid.

Per quanto riguarda gli ultimi dati INPS, nel mese di agosto si registra un calo del 38% di ore di cassa rispetto a quelle utilizzate in luglio: sono state autorizzate 279,3 milioni di ore, contro le 449 di luglio. In tutto, da aprile ad agosto 2020, l’INPS registra 2 milioni 819mila ore di cig Covid. In generale, segnala l’INPS, «l’insorgere dell’epidemia in Italia alla fine di febbraio, e i provvedimenti normativi emanati con riferimento alla sospensione e alla riduzione delle attività economiche a partire da marzo, determinano delle misure elevatissime degli indici congiunturali» a partire dal mese di aprile, il primo in cui «si sono cominciate a svolgere le lavorazioni dell’istituto per l’autorizzazione delle misure di sostegno all’occupazione predisposte per l’emergenza sanitaria in atto». Da marzo ad aprile c’è stato un balzo superiore al 6mila % delle ore di CIG autorizzate.

Tornando ad agosto, i settori con il maggior numero di ore di CIGsono il commercio all’ingrosso, alberghi e ristoranti, attività immobiliari, noleggio, informatica e servizi alle imprese. Fra i settori che invece hanno utilizzato di meno la CIG, la pubblica amministrazione, il manifatturiero, l’industria estrattiva, l’energia.

REDAZIONE PMI