Imprese e Partite IVA: prestiti con garanzia Fondo PMI

Prestiti fino a sei anni con garanzia al 90%, fino al 100% per imprese con fatturato fino a 3,2 miliardi o per prestiti automatici fino a 25mila euro: i requisiti nel decreto liquidità imprese.

C’è un nuovo rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia PMI e nuove regole, che incrementano la garanzia, anche fino al 100%, prevedono automatismi nella concessione (senza alcuna valutazione) per prestiti fino a 25mila euro e nuove aziende nella platea di beneficiari (le medie imprese fra i 250 e i 499 dipendenti).

Sono le novità principali per i finanziamenti coperti dal Fondo PMI previsti dal decreto liquidità impresedl 23/2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 9 aprile. Partite IVA e PMI (anche dei settori agricoltura e pesca) hanno accesso anche a un’altra tipologia di prestiti agevolati, coperti invece dalla garanzia di SACE, regolamentati dall’articolo 1 dello stesso decreto per fronteggiare l’emergenza Coronavirus: se hanno fino a 250 dipendenti, devono però aver già utilizzato interamente il finanziamento con il Fondo di garanzia.

Fondo Garanzia PMI

Il decreto liquidità imprese finanzia con ulteriori 1,7 miliardi il Fondo centrale di garanzia. Questa somma, si aggiunge al miliardo e mezzo già previsto dal precedente Cura Italia, che quindi per l’emergenza Coronavirus ha ricevuto in tutto un finanziamento aggiuntivo di 3,2 miliardi di euro. Con il solo Cura Italia il governo prevedeva di liberare liquidità per 100 miliardi di euro, cifra che ora aumenta considerando che la dotazione è praticamente raddoppiata. Le nuove regole si applicano fino al 31 dicembre 2020, e sono dettagliate nell’articolo 13 del decreto 23/2020.

La garanzia è gratuita, mentre si pagano gli interessi sul finanziamento (su questo, il decreto non sembra prevedere novità regolamentari, quindi le condizioni sono fissate dalla banca che concede il prestito). Il prestito è a sei anni, l’importo massimo garantito è pari a 5 milioni di euro, la garanzia è pari al 90% dell’importo del finanziamento, e può salire al 100% per alcune tipologie di prestiti e con l’intervento dei Confidi.

Fermo restando il tetto massimo di 5 milioni di prestito garantito, bisogna rispettare ulteriori paletti. Il finanziamento non può superare:

  • il doppio delcosto annuo del personale: si calcola il costo 2019 o dell’ultimo annuo disponibile (se l’impresa è nata dopo il primo gennaio 2019, si calcola il costo salariale annuo previsto nei primi due anni di attività);
  • il 25% del fatturato 2019;
  • il fabbisogno per costi del capitale di esercizioe per il costo di investimenti nei successivi 18 mesi per le PMI e nei successivi 12 mesi per le imprese fra 250 e 499 dipendenti.

Ci sono però alcune categorie di prestiti ulteriormente agevolati.

  • Prestiti fino a 25mila euro: garanzia gratuita, al 100% e automatica, senza valutazioni. La banca per concedere il prestito non deve nemmeno aspettare che termini l’istruttoria del fondo. Questi prestiti riguardano solo le PMI e le persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni, la cui attività è stata danneggiata dal Coronavirus. Fermo restano il tetto massimo di 25mila euro, questi prestiti non possono comunque superare il 25% dei ricavi. Il prestito è a sei anni, con restituzione della quota capitale non prima di due anni dall’erogazione. Il tasso di interesse non può superare il tasso del Rendistato (rendimento medio dei titoli di stato) maggiorato dello 0,2%. Attenzione: per far partire questi prestiti, bisogna attendere il via libera dell’Unione Europea.
  • Prestiti fino a 800mila euro: la garanzia può arrivare al 100% con l’apporto dei Confidi. Sono ammessi solo partite IVA e PMI con ricavi fino a 3,2 miliardi. Anche in questo caso, il prestito non può superare il 25% del fatturato (quindi possono chiedere 800mila euro solo coloro che fatturano 3,2 miliardi, mentre il finanziamento si abbassa di conseguenza, in base alla regola del 25% del fatturato, per chi ha ricavi più bassi).

La garanzia del fondo con tutte le nuove regole può essere applicata anche a finanziamenti già concessi purché successivamente al 30 gennaio 2020 e da non più di tre mesi alla data della nuova richiesta.

Ci sono semplificazioni sul fronte della valutazione del merito di credito delle imprese. La garanzia è concessa anche alle imprese ammesse alla procedura del concordato con continuità aziendale successivamente al primo gennaio 2019, o che hanno accordi di ristrutturazione, ma con una serie di condizioni precisamente dettagliate dal decreto.

La durata della garanzia del Fondo è estesa nel caso in cui l’impresa abbia aderito alla moratoria mutui, sospendendo per un determinato periodo le rate o allungando le scadenze dei finanziamenti.

Sono previste regole specifiche sulle operazioni di riassicurazione, sui rifinanziamenti in seguito a ristrutturazione del debito, per le imprese del microcredito, per le nuove imprese, e sui portafogli di finanziamento.

di Redazione PMI