Coronavirus in azienda: la procedura da seguire

Stop raccolta dati dipendenti su salute e viaggi: il Garante Privacy demanda al lavoratore l'obbligo di segnalare al datore di lavoro situazioni di pericolo.

L’emergenza sanitaria che sta coinvolgendo tutta l’Italia ha reso necessarie diverse misure di prevenzione dei contagi, fondamentali per limitare la diffusione del Coronavirus soprattutto all’interno dei luoghi chiusi e molto frequentati, aziende comprese.

Come già scritto nei giorni scorsi, il Garante della Privacy è recentemente intervenuto per rispondere ad alcuni quesiti avanzati dalle aziende e dagli enti pubblici, in merito alla possibilità di raccogliere, all’atto della registrazione di visitatori e utenti, informazioni relative alla presenza di sintomi da Coronavirus e agli eventuali viaggi e spostamenti compiuti.

Non tutti i datori di lavoro e le aziende aperte al pubblico si stanno tuttavia adeguando, scegliendo una strada “proattiva” di raccolta delle informazioni, chiedendo a chi lavora in ufficio o ai visitatori/utenti, di fornire dei dati su possibili viaggi in zone rosse/gialle o comunque altri dati personali sulle loro condizioni di salute.

I datori di lavoro pubblici e privati, infatti, avevano chiesto al Garante la possibilità di acquisire una “autodichiarazione” da parte dei dipendenti. Ebbene, anche questa strada è stata bocciata dalle autorità, perchè è un’invasione della privacy.

Dunque, come garantire la sicurezza negli ambienti di lavoro nei confronti del Coronavirus (comportamenti prudenziali e misure igieniche a parte)?

Deve essere l’interessato a muoversi per primo. In pratica, si fa leva sul senso di responsabilità personale.

Il Garante ha  infatti ribadito che i datori di lavoro devono astenersi dal raccogliere, quanto meno in modo sistematico e generalizzato, informazioni sulla presenza di eventuali sintomi influenzali del lavoratore e dei suoi contatti che rientrano nella sfera extra lavorativa.

Queste attività devono essere svolte solo da soggetti che istituzionalmente esercitano tali funzioni.

"L’accertamento e la raccolta di informazioni relative ai sintomi tipici del Coronavirus e alle informazioni sui recenti spostamenti di ogni individuo – chiarisce il Garante – spettano agli operatori sanitari e al sistema attivato dalla protezione civile, che sono gli organi deputati a garantire il rispetto delle regole di sanità pubblica recentemente adottate.”

Per il lavoratore, tuttavia, persiste l’obbligo di segnalare al datore di lavoro qualsiasi situazione di pericolo per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. In pratica, la corretta procedura è:

  1. lavoratore segnala al datore di lavoro situazioni di potenziale pericolo sanitario;
  2. il datore di lavoro informa gli organi preposti alle funzioni di vigilanza;
  3. le autorità competenti adottano le misure necessarie di contenimento attivando i protocolli stabiliti.

Premesso che si tratta di direttive e linee guida, è bene tenerne a mente per muoversi sempre nel perimetro della legalità.

di Redazione PMI.It